martedì 4 novembre 2008

Piccola storia ignobile


CHISIMAIO (SOMALIA) - Miliziani somali fedeli alle deposte Corti islamiche hanno giustiziato in pubblico una giovane donna accusata di adulterio, ricorrendo all'arcaico e macabro metodo della lapidazione: lo hanno denunciato testimoni oculari, secondo cui l'esecuzione è avvenuta nella tarda serata di lunedì a Chisimaio, città portuale situata circa 520 chilometri a sud-ovest di Mogadiscio, davanti a centinaia di spettatori, molti dei quali costretti ad assistervi, parenti della vittima compresi.



LA VITTIMA - La ragazza si chiamava Asha Ibrahim Dhuhulow e aveva 23 anni; tradizionale velo verde sul capo, il volto coperto da un panno nero, è stata condotta sul luogo del supplizio a bordo di un furgone per poi essere massacrata. Ai presenti è stato detto che lei stessa aveva riconosciuto la propria colpa, e accettato il suo crudele destino: ma, al momento di essere trucidata, si è messa a urlare e a divincolarsi, mentre i carnefici la immobilizzavano legandole mani e piedi. A quel punto un congiunto le è corso incontro, tentando di aiutarla,ma gli integralisti di guardia hanno aperto il fuoco per fermarlo, e hanno ucciso un bambino. Secondo i familiari, Asha non ha ricevuto un processo coranico equo: «L'Islam», ha ricordato uno di loro, «non permette che una donna sia messa a morte per adulterio se non sono presentati pubblicamente l'uomo con cui ha avuto rapporti sessuali e quattro testimoni del fatto». I giudici fondamentalisti si sono però limitati a replicare che puniranno in maniera adeguata la guardia responsabile della morte del bimbo. È il primo episodio del genere di cui si abbia notizia in Somalia da due anni: da prima cioè che, alla fine del 2006, le truppe del governo transitorio di Mogadiscio sconfiggessero le Corti islamiche con il determinante appoggio militare dell'Etiopia. I ribelli hanno però intrapreso una guerriglia difficile da contrastare, e lo scorso agosto si sono reimpadroniti di Chisimaio, reimponendovi leggi ispirate alla più vieta concezione dell'Islam; in città, per esempio, è proibita qualsiasi forma di svago perchè considerata blasfema

Corriere Della Sera 28Ottobre2008

Fonte: http://www.corriere.it/esteri/08_ottobre_28/somalia_donna_lapidata_c0a1f5ea-a4e8-11dd-bdb4-00144f02aabc.shtml

“ Lapidare un uomo o una donna fino a farli morire può richiedere molto tempo, specialmente se coloro che scagliano le pietre desiderano di proposito prolungarne l'agonia. Il colpo di grazia alla testa, in grado di portare a uno stato di incoscienza o alla morte, può farsi attendere anche un'ora, mentre le pietre di piccole dimensioni che provocano contusioni sono rimpiazzate poco alla volta da pietre di dimensioni maggiori in grado di frantumare gli arti. Soltanto quando il corpo è in agonia in ogni sua parte può sopraggiungere la morte.” Jhon Lloyd.

Indubbiamente, noi siamo interessati all’equilibrio altalenante delle borse, ai dettagli più torbidi dei delitti di provincia che occupano le prime pagine dei giornali, alle discussioni inconcludenti e contraddittorie dei politici.

Indubbiamente, la notizia di una donna lapidata passa in secondo piano, non abbastanza importante da attirare la nostra attenzione, da provocarci qualche sorta di reazione, indignazione forse, anche solo per un secondo. Mostrare quella sorta di umanità che non si limita a farci pronunciare le solite frasi fatte per metterci a posto la coscienza “poverina, che inciviltà”. Che inciviltà, concordo pienamente. Trattati internazionali e Convenzioni sui diritti umani, migliaia di pagine scritte in difesa dei diritti umani, dei più deboli, delle donne, anni di lotte per emancipazioni e riconoscimento di una dignità che avrebbe dovuto essere riconosciuta a priori, tutti inutili. Istituzioni europee che si fanno garanti della difesa della libertà umana, organizzazioni mondiali umanitarie come l’Onu che quando c’è violenza, oppressione e umiliazione tacciono. Che senso ha tutto questo? Qualche giornale ha dedicato un trafiletto a questo fatto, ma nessuno sembra essersi veramente accorto della gravità del gesto o delle non reazioni. La lapidazione in Somalia dovrebbe suscitare ribellione e protesta civile, invece è semplicemente liquidata come un fatto sciagurato che accade in un Paese così lontano dal nostro mondo.

"Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare, così solita e banale come tante che non merita nemmeno due colonne su un giornale.."



3 commenti:

Ely ha detto...

Una cosa incivile, sono pienamente d'accordo con te Alice, ma il peggio è che "La finalità di tale pratica è sostanzialmente l'espiazione pubblica della colpa del reo ed anche la formalizzazione del diritto alla vendetta; difatti, gli stessi accusatori del condannato partecipano attivamente al lancio delle pietre." Ma come può la vendetta essere giustizia? Si parla di cattiveria o giustizia? Inoltre la procedura è studiata in modo che il decesso non avvenga a seguito di un solo colpo: la legge prevede che "le pietre non devono essere così grandi da far morire il condannato al solo lancio di una o due di esse...".
Per quanto riguarda l'Onu credo che la questione sia molto più complessa, ma gli unici che, secondo me, veramente fanno qualcosa per migliorare le condizioni di vita in Somalia sono i volontari, che però purtroppo non hanno nessun potere sulla legge.
Soltanto un trafiletto è dedicato a questo episodio e la gente non ne è interessata, ma più che di interesse io parlerei di voglia di non sapere, secondo me la gente è apatica a fatti di questo genere perchè preferisce far finta che non esistano piuttosto che muoversi, sentirsi male per gli altri e cercare di migliorare la situazione, di certo è una battaglia difficile, forse impossibile, ma è un'impresa necessaria.

The young Jack ha detto...

Culture diverse. Costumi diversi. Inciviltà diverse.

claudia ha detto...

Il fatto che questo episodio provenga da una cultura che non è la nostra e che quindi ci appare molto diversa non è una giustificazione.
Lapidare una donna per vendetta è un fatto che dovrebbe apparirci orribile in sè, non solo in questo contesto. Credo che l' esistenza di molte diverse culture sia un fattore molto positivo però strumentalizzarne una in questo modo è un errore. Far finta che questi episodi non accadano solo perchè non ci riguardano da vicino è una scelta comoda ma non è il rispetto per gli altri popoli e le loro tradizioni.