venerdì 7 novembre 2008

Siamo tutti Saviano



MILANO - Siamo tutti Saviano, al punto da prenderne perfino il cognome: questo è il messaggio che una ventina di giovani ha voluto lanciare nella notte a Milano, coprendo i muri della centrale via San Vincenzo con le gigantografie dei loro ritratti. Sotto ogni viso il nome di battesimo di ciascuno seguito dal cognome dello scrittore anticamorra. A compiere il blitz non è stata un'associazione o un'organizzazione politica: si è trattato di una iniziativa spontanea nata dal passaparola di un gruppo di ragazzi accomunati soltanto dal progetto di un blog (Savianocontinua.blogspot.com) e dalla speranza che l'esperimento possa essere replicato anche in altre città.

UBIQUITA' - «Abbiamo voluto dare al fenomeno di Saviano - ha spiegato Gaetano, uno degli ideatori del blitz - sembianze concrete, nella speranza che dando a Roberto l'ubiquità si moltiplichino in tutta Italia i Saviano e si affermi la cultura della legalità». Sono in tutto 52 i poster 70x100 che hanno coperto decine di metri di muri davanti alla scuola materna Ariberto. Tra i ritratti affissi ci sono anche quelli di Gabriella 'Saviano' e Rosario 'Saviano', che ritraggono i volti dell'attrice Lella Costa e del musicista Roy Paci

Corriere Della Sera 7novembre 2008

Roberto Saviano, scrittore del libro “Gomorra”, è diventato soprattutto fra i giovani il simbolo dell’Italia che non si piega alla mafia. Un simbolo, il simbolo lasciamolo decidere ai politici, senza formalizzarci troppo.

Il dato di fatto è che un giovane sconosciuto scrive un libro molto forte che non fa sognare, che descrive la realtà campana nella sua terribile e violenta quotidianità criminale, un libro che inizia ad essere letto e comprato grazie ai “passaparola” e che pian piano fa radicare nella nostra generazione un’ammirazione per il suo autore per l’evidente spirito militante da cui è stato mosso. Un libro che ha carattere pedagogico ed informativo, a mio parere, in quanto oggi migliaia di giovani parlano di camorra e la combattono al suo fianco, esponendosi in prima linea, cancellando quel luogo comune errato che la lotta alla corruzione debba essere combattuta esclusivamente da magistrati e politici.

E nasce tutto da un blog che ha ormai generato in Italia, all’estero una specie di ansia di protezione collettiva in cui la parola d’ordine è “Salviamo Saviano” ma soprattutto, come riporta l’articolo del Corriere Della Sera, c’è la volontà di diffondere la cultura della legalità, dell’onestà e del coraggio.

Forse, non è poi tutto finito.

“Se il caso di Saviano e di Gomorra ci mostra qualcosa, è proprio che il mondo della criminalità organizzata ha paura delle parole scritte e pronunciate in libertà. E questa paura è indubbiamente lo stimolo più forte perché tutti coloro che usano le parole continuino a farlo.” El Pais, 18 ottobre 2008

1 commento:

The young Jack ha detto...

La speranza che divampa.
Ma purtroppo temo che non si tratti che di un fuoco di paglia.
Non credo che, arrivati a questo punto, bastino dei cartelloni appesi ad un muro e tutta la buona volontà e convinzione dei giovani a tirarci fuori da questa situazione.
La mafia è un tumore già in cancrena.
E che cosa si fa in queste situazioni?