
Ci hanno insegnato a staccarci dai ricordi del passato per poterci goder un presente ed immaginare un futuro senza la paura di commettere gli stessi errori. Ci hanno detto che ci vuole molta forza per rendere leggero il peso dei ricordi. Secoli fa c’era chi scriveva che “Nessun maggior dolore che ricordarsi dei tempi felici ne la miseria” e anni fa chi cantava “Nostalgia Canaglia”.
Evidentemente, sbagliavano tutto e tutti.
Indubbiamente la nostalgia torna a galla per ricordarci che abbiamo un passato e che quello che abbiamo vissuto ha avuto un senso per noi.
Secondo il professor Constantine Sedikides, direttore del Centro di ricerca sull'identità personale dell'Università di Southampton non si tratta di una debolezza ma di una risorsa: "Le persone nostalgiche sono in realtà le più forti, perché capaci di rimettere insieme i pezzi del passato e fare della vita un percorso compatto", sostenendo inoltre che essa ha un effetto terapeutico sulla salute mentale essendo fonte di positività, importante per affrontare i fantasmi del passato e vivere pienamente e con energia il futuro. Studi simili sono stati condotti anche nella Sun Yat-Sen University, in Cina.
Non tutti gli scienziati però concordano con questa interpretazione: per alcuni infatti la nostalgia non solo non ha un effetto terapeutico ma è una vera e propria malattia capace di creare degli squilibri a livello mentale soprattutto su infanti ed adolescenti.
Si può dunque parlare di un effetto terapeutico della nostalgia solo se a provarla sono delle persone adulte e capaci di dare un giusto peso ai ricordi e non vivendo solo di essi.
"Come per tutto, è meglio non esagerare – sostiene lo psicologo Fabio Guida- una dose eccessiva di nostalgia può togliere preziosi spazi mentali e peggiorare la qualità di vita e i rapporti sociali, trasformandosi in patologia. Ci sono individui che non riescono a godere il presente e vivono in un costante passato".
Viviamo il presente arricchiti dalle esperienze passate e dalle aspettative future.
2 commenti:
Penso che la parola chiave sia Equilibrio.
Penso che il ricordo sia un qualcosa di estremamente prezioso, e come tale degno di essere conservato con particolare attenzione.
Inoltre è fondamentalmente il "mattone" della personalità, che permette una costruzione reale e complessa (anche se non necessariamente positiva) dell'individuo.
D'altra parte è necessario saper adoperare un certo distacco mentale, ai fini di evitare di diventare schiavi del proprio passato.
Secondo me ha pienamente ragione The young Jack^^, infatti non è giusto staccarsi dai ricordi, pessima idea, primo perchè non è così automatico cancellare il passato, e poi perchè è bello ricordare cose piacevoli, per non parlare del fatto che si può e si deve imparare dal proprio passato. Non bisogna però essere schiavi di esso, primo perchè non torna, sarebbe quindi uno spreco di forze, e poi per non "rischiare" di non intraprendere scelte nuove, diverse che magari ci fanno paura. Il presente è condizione del passato, quello che siamo è prodotto di quello che siamo stati, nel bene e nel male.
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