martedì 16 dicembre 2008

Scatola dei ricordi.


Ci hanno insegnato a staccarci dai ricordi del passato per poterci goder un presente ed immaginare un futuro senza la paura di commettere gli stessi errori. Ci hanno detto che ci vuole molta forza per rendere leggero il peso dei ricordi. Secoli fa c’era chi scriveva che “Nessun maggior dolore che ricordarsi dei tempi felici ne la miseria” e anni fa chi cantava “Nostalgia Canaglia”.

Evidentemente, sbagliavano tutto e tutti.

Indubbiamente la nostalgia torna a galla per ricordarci che abbiamo un passato e che quello che abbiamo vissuto ha avuto un senso per noi.

Secondo il professor Constantine Sedikides, direttore del Centro di ricerca sull'identità personale dell'Università di Southampton non si tratta di una debolezza ma di una risorsa: "Le persone nostalgiche sono in realtà le più forti, perché capaci di rimettere insieme i pezzi del passato e fare della vita un percorso compatto", sostenendo inoltre che essa ha un effetto terapeutico sulla salute mentale essendo fonte di positività, importante per affrontare i fantasmi del passato e vivere pienamente e con energia il futuro. Studi simili sono stati condotti anche nella Sun Yat-Sen University, in Cina.

Non tutti gli scienziati però concordano con questa interpretazione: per alcuni infatti la nostalgia non solo non ha un effetto terapeutico ma è una vera e propria malattia capace di creare degli squilibri a livello mentale soprattutto su infanti ed adolescenti.

Si può dunque parlare di un effetto terapeutico della nostalgia solo se a provarla sono delle persone adulte e capaci di dare un giusto peso ai ricordi e non vivendo solo di essi.

"Come per tutto, è meglio non esagerare – sostiene lo psicologo Fabio Guida- una dose eccessiva di nostalgia può togliere preziosi spazi mentali e peggiorare la qualità di vita e i rapporti sociali, trasformandosi in patologia. Ci sono individui che non riescono a godere il presente e vivono in un costante passato".

Viviamo il presente arricchiti dalle esperienze passate e dalle aspettative future.

martedì 9 dicembre 2008

Tocca a noi

“Tocca a noi, le cose non vanno: cambiamole ora”.

È questo lo slogan scelto da MTV, canale televisivo statunitense inizialmente dedicato esclusivamente alla musica e indirizzato ad un pubblico principalmente adolescente.

Eppure, nonostante i programmi piuttosto “poco culturali”, a puro scopo ludico e di puro intrattenimento, MTV si è fatta promotrice di numerose campagne politiche e di informazione, ultima fra queste appunto “Tocca a noi”.

Questo progetto ha come fine quello di realizzare una legge da proporre in Parlamento, cosa che potrà essere possibile grazie alla Costituzione Italiana che permette la realizzazione di una legge di iniziativa popolare.

È un progetto che coinvolge i ragazzi, che fa sì che essi possano avere voce anche su un piano politico dando la possibilità di migliorare concretamente ciò che non va scegliendo fra quattro diversi ambiti:accesso alla politica, ambiente, lavoro, scuola ed università.

Evidentemente, possiamo fare veramente qualcosa per questa nostra Italia di cui ci lamentiamo continuamente.

Secondo voi, quale dei quattro settori avrebbe bisogno di un rinnovamento radicale? E in che cosa consisterebbe la vostra proposta di legge?

http://it.youtube.com/watch?v=t9rFfq0Ef5w

martedì 2 dicembre 2008

Non si può morire per amore.

È morto per una cotta adolescenziale, per una lettera d’amore indirizzata a una ragazza appartenente a una casta superiore. Se Shakespear fosse ancora vivo probabilmente scriverebbe una tragedia sulla fine inaccettabile di un ragazzino di 15 anni: purtroppo a volte la realtà supera anche ogni sorta di immaginazione.

Manish aveva 15anni. Manish era indiano. Manish si era invaghito, come spesso accade, di una ragazza e aveva affidato ad un foglio, l’estate scorsa, la sua dichiarazione d’amore.

Non c’è niente di più quotidiano e di più bello: ma non per lui perché con quelle parole ha firmato la sua condanna.

È stato preso mentre andava a scuola, picchiato, bastonato, portato per la strada con la testa rasata e poi gettato sotto un treno sotto gli occhi impotenti della madre che invano chiedeva pietà.

La sua colpa? L’oggetto del desiderio era una ragazza appartenente ad una casta superiore e i genitori dell'amata avevano intercettato la lettera.

Ogni cosa è divisa per casta: i pasti, le occupazioni, il luoghi di preghiera e anche le tombe nei cimiteri cattolici.

Nonostante la costituzione indiana moderna consideri illegale la divisione in caste e considera un reato qualsiasi discriminazione in base a ciò, il sistema non si è indebolito ma è restato molto saldo soprattutto nelle zone di campagna.

Sarà, ma a sentire queste cose il concetto di uguaglianza sembra sempre più un’utopia finchè ci saranno persone bigotte e dalla mentalità preclusa da vecchi pregiudizi insensati ed infondati. E non si tratta di fare moralismo, si tratta che di fronte a fatti di cronaca del genere inizialmente si stenta a credere che sia veramente realtà e che poi si arrivi alla solita detta e ridetta conclusione “In che mondo viviamo?”.

Perché di fronte a tutto questo, di risposte non ne trovo nè spiegazioni se non quella di inciviltà, pura e semplice.

Non si può morire per una lettera d’amore, non in questo modo.

sabato 22 novembre 2008

Nonni a scuola

http://it.youtube.com/watch?v=1iCjLYSMY90&feature=related


Credo che questo video si commenti da solo.

Personalmente credo che sia un’iniziativa molto bella e molto coraggiosa rimettersi in gioco a questa età per poter difendere l’istruzione e quindi il futuro dei bambini di Acquaformosa che la riforma Gelmini vorrebbe eliminato. Infatti nonostante spesso ce ne dimentichiamo, come dice una delle persone intervistate per spiegare la motivazione di questo suo gesto, “Se manca la scuola, manca tutto”. E non stiamo parlando di facoltà universitarie, di corsi di specializzazione ma bensì della cosiddetta “scuola dell’obbligo”, quella che dà le basi, quella che dà le nozioni fondamentali, quella che insegna a leggere, a scrivere, a fare le operazioni. L’istruzione è tutto, senza ombra di dubbio. È preoccupante vedere che questo concetto lo capiscono persone anziane che non hanno potuto permettersi di frequentare la scuola e non ministri con tanto di lauree e dottorato.

mercoledì 19 novembre 2008

Effetto Sex and the City

Date ad una donna le scarpe giuste e conquisterà il mondo” (Bette Midler)

Perché uno degli accessori più femminili, inutile negarlo, sono le classiche scarpe con il tacco a spillo. Quelle che fanno male dopo due passi, quelli che danno un’andatura più sinuosa, più slanciata. La concretizzazione del vecchio dogma della nonna: “Per essere bella,devi soffrire”. Bene, nonna si sbagliava: ora non si soffre più. Siamo in un’epoca che con un bisturi, un po’ di coraggio (e tanti soldi) si può risolvere ogni difetto fisico per sentirsi amati (e anche su questo,ci sarebbe molto da discutere) ma i nostri cari chirurgi non si sono fermati solo a questo. Arriva dall’America l’ultima tendenza che sembra aver conquistato VIP e donne oltreoceano: il lifting ai piedi. Lo chiamano “Effetto Sex and the City” in onore della famosa serie televisiva in cui una delle quattro protagoniste Jessica Parker indossa gli altissimi sandali di Jimmy Choo. Un boom di operazioni che ha permesso un vero e proprio proliferare di chirurgi estetici specializzati nell’area podologica, una di questi Su Zanne Levine spiega che “Si va dal lifting ai piedi, dalle iniezioni di collagene nei talloni o un’ablazione delle dita”.

Ovviamente, i rischi ci sono ma vengono oscurati dai benefici.

Ovviamente questa non è che una dimostrazione di come l’apparire belle e in forma sia diventato un must nella nostra società.

Ovviamente tra tutti i seri problemi del mondo, ci sono persone che studiano come evitare sofferenze a donne che decidono di indossare tacchi vertiginosi per il puro gusto di essere guardate.

Ovviamente: siamo nel 2008, e questi sono i progressi.

E per noi comuni mortali, se il decoltè fa poi così male, esistono comodissime scarpe da ginnastica.

“Le scarpe con il tacco furono inventate da una donna che era stata baciata sulla fronte”


mercoledì 12 novembre 2008

Per non dimenticare

http://it.youtube.com/watch?v=OqBMKwJ-VbQ&feature=related


Come un semplice spezzone di film possa cercare, in qualche modo, di descrivere quegli ultimi attimi.
Al di là di ogni convinzione politica o no, questi uomini sono eroi. a cinque anni dalla loro morte, resta ancora vivo il ricordo.
Per non dimenticare chi è morto in nome di un ideale, di questa bandiera.


martedì 11 novembre 2008

David Norris e quelle manette

Fare un goal ed esultare: non c’è nulla di male. Non è stato così per David Norris, centrocampista dell’Ipswich Town: l’esultanza più sbagliata del mondo in un Inghilterra che prende il calcio più seriamente della monarchia. Egli ha mostrato i polsi imprigionati dalle manette in diretta televisiva come messaggio di solidarietà e di amicizia all’amico Luke McCormick, l'ex portiere del Plymouth, che il Giugno scorso, tornando da un matrimonio ubriaco, aveva provocato un incidente stradale in cui erano rimasti uccisi due bambini di 8 e 10 anni. Condannato a sette anni di prigione e all’ esclusione perpetua dai pubblici uffici e dal calcio. “Era un messaggio privato per il mio amico Luke, che ha commesso un errore madornale e lo sta pagando, ma poiché sono stato male interpretato chiedo perdono a coloro a cui ho recato offesa” Così si difende il centrocampista, sconvolto e sotto choc dall’eco nazionale che ha provocato il suo gesto.

Accusato dai genitori come un insulto alla memoria dei bambini: “avallando il messaggio che bere, guidare e poi uccidere qualcuno è una cosa giusta.La Football Association l’ha messo sotto inchiesta, minacciandolo delle più gravi sanzioni.

Come un gesto può venire frainteso, come certe cose si fanno con le migliori delle intenzioni o con leggerezza ma vengono usate contro di noi per additarci come poco sensibili e rispettosi. Immediato il collegamento a una delle vecchie lezioni di filosofia: Abelardo sosteneva che il peccato sta solo nell’intenzione ma qui questo ragazzo viene condannato per un modo di esultare.

Colpevole o innocente?


venerdì 7 novembre 2008

Siamo tutti Saviano



MILANO - Siamo tutti Saviano, al punto da prenderne perfino il cognome: questo è il messaggio che una ventina di giovani ha voluto lanciare nella notte a Milano, coprendo i muri della centrale via San Vincenzo con le gigantografie dei loro ritratti. Sotto ogni viso il nome di battesimo di ciascuno seguito dal cognome dello scrittore anticamorra. A compiere il blitz non è stata un'associazione o un'organizzazione politica: si è trattato di una iniziativa spontanea nata dal passaparola di un gruppo di ragazzi accomunati soltanto dal progetto di un blog (Savianocontinua.blogspot.com) e dalla speranza che l'esperimento possa essere replicato anche in altre città.

UBIQUITA' - «Abbiamo voluto dare al fenomeno di Saviano - ha spiegato Gaetano, uno degli ideatori del blitz - sembianze concrete, nella speranza che dando a Roberto l'ubiquità si moltiplichino in tutta Italia i Saviano e si affermi la cultura della legalità». Sono in tutto 52 i poster 70x100 che hanno coperto decine di metri di muri davanti alla scuola materna Ariberto. Tra i ritratti affissi ci sono anche quelli di Gabriella 'Saviano' e Rosario 'Saviano', che ritraggono i volti dell'attrice Lella Costa e del musicista Roy Paci

Corriere Della Sera 7novembre 2008

Roberto Saviano, scrittore del libro “Gomorra”, è diventato soprattutto fra i giovani il simbolo dell’Italia che non si piega alla mafia. Un simbolo, il simbolo lasciamolo decidere ai politici, senza formalizzarci troppo.

Il dato di fatto è che un giovane sconosciuto scrive un libro molto forte che non fa sognare, che descrive la realtà campana nella sua terribile e violenta quotidianità criminale, un libro che inizia ad essere letto e comprato grazie ai “passaparola” e che pian piano fa radicare nella nostra generazione un’ammirazione per il suo autore per l’evidente spirito militante da cui è stato mosso. Un libro che ha carattere pedagogico ed informativo, a mio parere, in quanto oggi migliaia di giovani parlano di camorra e la combattono al suo fianco, esponendosi in prima linea, cancellando quel luogo comune errato che la lotta alla corruzione debba essere combattuta esclusivamente da magistrati e politici.

E nasce tutto da un blog che ha ormai generato in Italia, all’estero una specie di ansia di protezione collettiva in cui la parola d’ordine è “Salviamo Saviano” ma soprattutto, come riporta l’articolo del Corriere Della Sera, c’è la volontà di diffondere la cultura della legalità, dell’onestà e del coraggio.

Forse, non è poi tutto finito.

“Se il caso di Saviano e di Gomorra ci mostra qualcosa, è proprio che il mondo della criminalità organizzata ha paura delle parole scritte e pronunciate in libertà. E questa paura è indubbiamente lo stimolo più forte perché tutti coloro che usano le parole continuino a farlo.” El Pais, 18 ottobre 2008

martedì 4 novembre 2008

Piccola storia ignobile


CHISIMAIO (SOMALIA) - Miliziani somali fedeli alle deposte Corti islamiche hanno giustiziato in pubblico una giovane donna accusata di adulterio, ricorrendo all'arcaico e macabro metodo della lapidazione: lo hanno denunciato testimoni oculari, secondo cui l'esecuzione è avvenuta nella tarda serata di lunedì a Chisimaio, città portuale situata circa 520 chilometri a sud-ovest di Mogadiscio, davanti a centinaia di spettatori, molti dei quali costretti ad assistervi, parenti della vittima compresi.



LA VITTIMA - La ragazza si chiamava Asha Ibrahim Dhuhulow e aveva 23 anni; tradizionale velo verde sul capo, il volto coperto da un panno nero, è stata condotta sul luogo del supplizio a bordo di un furgone per poi essere massacrata. Ai presenti è stato detto che lei stessa aveva riconosciuto la propria colpa, e accettato il suo crudele destino: ma, al momento di essere trucidata, si è messa a urlare e a divincolarsi, mentre i carnefici la immobilizzavano legandole mani e piedi. A quel punto un congiunto le è corso incontro, tentando di aiutarla,ma gli integralisti di guardia hanno aperto il fuoco per fermarlo, e hanno ucciso un bambino. Secondo i familiari, Asha non ha ricevuto un processo coranico equo: «L'Islam», ha ricordato uno di loro, «non permette che una donna sia messa a morte per adulterio se non sono presentati pubblicamente l'uomo con cui ha avuto rapporti sessuali e quattro testimoni del fatto». I giudici fondamentalisti si sono però limitati a replicare che puniranno in maniera adeguata la guardia responsabile della morte del bimbo. È il primo episodio del genere di cui si abbia notizia in Somalia da due anni: da prima cioè che, alla fine del 2006, le truppe del governo transitorio di Mogadiscio sconfiggessero le Corti islamiche con il determinante appoggio militare dell'Etiopia. I ribelli hanno però intrapreso una guerriglia difficile da contrastare, e lo scorso agosto si sono reimpadroniti di Chisimaio, reimponendovi leggi ispirate alla più vieta concezione dell'Islam; in città, per esempio, è proibita qualsiasi forma di svago perchè considerata blasfema

Corriere Della Sera 28Ottobre2008

Fonte: http://www.corriere.it/esteri/08_ottobre_28/somalia_donna_lapidata_c0a1f5ea-a4e8-11dd-bdb4-00144f02aabc.shtml

“ Lapidare un uomo o una donna fino a farli morire può richiedere molto tempo, specialmente se coloro che scagliano le pietre desiderano di proposito prolungarne l'agonia. Il colpo di grazia alla testa, in grado di portare a uno stato di incoscienza o alla morte, può farsi attendere anche un'ora, mentre le pietre di piccole dimensioni che provocano contusioni sono rimpiazzate poco alla volta da pietre di dimensioni maggiori in grado di frantumare gli arti. Soltanto quando il corpo è in agonia in ogni sua parte può sopraggiungere la morte.” Jhon Lloyd.

Indubbiamente, noi siamo interessati all’equilibrio altalenante delle borse, ai dettagli più torbidi dei delitti di provincia che occupano le prime pagine dei giornali, alle discussioni inconcludenti e contraddittorie dei politici.

Indubbiamente, la notizia di una donna lapidata passa in secondo piano, non abbastanza importante da attirare la nostra attenzione, da provocarci qualche sorta di reazione, indignazione forse, anche solo per un secondo. Mostrare quella sorta di umanità che non si limita a farci pronunciare le solite frasi fatte per metterci a posto la coscienza “poverina, che inciviltà”. Che inciviltà, concordo pienamente. Trattati internazionali e Convenzioni sui diritti umani, migliaia di pagine scritte in difesa dei diritti umani, dei più deboli, delle donne, anni di lotte per emancipazioni e riconoscimento di una dignità che avrebbe dovuto essere riconosciuta a priori, tutti inutili. Istituzioni europee che si fanno garanti della difesa della libertà umana, organizzazioni mondiali umanitarie come l’Onu che quando c’è violenza, oppressione e umiliazione tacciono. Che senso ha tutto questo? Qualche giornale ha dedicato un trafiletto a questo fatto, ma nessuno sembra essersi veramente accorto della gravità del gesto o delle non reazioni. La lapidazione in Somalia dovrebbe suscitare ribellione e protesta civile, invece è semplicemente liquidata come un fatto sciagurato che accade in un Paese così lontano dal nostro mondo.

"Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare, così solita e banale come tante che non merita nemmeno due colonne su un giornale.."